Questi profumatori naturali venivano molto utilizzati perché riuscivano a coprire i cattivi odori in un periodo in cui l’igiene era molto scarsa per la falsa credenza che l’acqua propagasse le malattie.
I primi pomander risalgono al XIII secolo e provengono dall’oriente, diventando presto appannaggio delle classi più alte e dal clero.
Erano spesso realizzati in oro o in argento con dettagli decorativi particolari come la filigrana, lo smalto o l’incastonatura di pietre. All’epoca erano oggetti fondamentali per vivere in un ambiente maleodorante. Una volta racchiusi in contenitori decorati con pietre preziose o semi preziose, assumevano anche una valenza sacra o acquisivano dei poteri magici con delle proprietà curative.
I pomander avevano diversi formati: potevano pendere dalla cintura o da catene intorno alla vita, potevano essere utilizzate come ciondoli per collane o addirittura come perline di un rosario.
I pomander erano usati sia da donne sia da uomini delle classi aristocratiche, era noto, inoltre, che il re Enrico VIII ne possedesse almeno sedici, mentre la regina Elisabetta I era spesso ritratta indossandone uno.
Nei primi anni del settecento, i pomander divennero più piccoli e utilizzati, soprattutto attaccati a delicate catenine o tramutate in bottoni e anelli, ma fu sempre in questo periodo che pomander e la gioielleria aromatica iniziano a scomparire lentamente.